Pontevecchio era un luogo di passaggio e di sosta, ma anche un centro produttivo fondamentale nella zona. Dalla metà del 1500 la costruzione molto diversa da oggi  era un opificio e aveva anche un forno, un macello, una osteria e la bottega di un fabbro. Si trovava vicino anche la masseria Odasi dove  si fermava il duca Francesco Maria II della Rovere durante i suoi spostamenti tra Pesaro e Urbino. 

Ancora oggi la strada offre un percorso particolarmente piacevole adatto a spostamenti più lenti.  Nell’osteria nella metà del 1800 si incontravano anche i banditi della banda Grossi e proprio lì il loro capo venne catturato. 

Comunque nel ‘500 l’opificio e il ponte, costruito contemporaneamente, rappresentavano una importante fonte di guadagno per i conti Paciotti di Montefabbri e un ottimo controllo sulle vie di comunicazione.  Fino alla seconda guerra mondiale, quando i tedeschi in ritirata lo distrussero, il ponte ha rappresentato una via veloce di collegamento con il territorio. I tedeschi distrussero anche  la tenuta Odasi e  la chiesa di san Giuseppe. I due agglomerati uniti dal ponte subirono un grave danno e si racconta anche che a volte la maestra del paesino, impedita dalle grandi nevicate, non si avventurava a tornare a casa di là dal ponte e decideva di rimanere a dormire a Pontevecchio. Oggi il ponte semidistrutto disegna un paesaggio di grande fascino.